Mauro Barberis

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La libertà d’espressione come pretesto. Internet e il Primo emendamento

Internet s’è sviluppato selvaggiamente, negli Stati Uniti e poi sull’intero pianeta, sotto la protezione del Primo emendamento, che tutela una libertà d’espressione quasi illimitata. Oggi, molte delle sue promesse  libertarie si sono dissipate, eppure funziona ancora così, come la fine tumultuosa della presidenza Trump ha mostrato. Eppure, ci sono alternative all’attuale controllo della  rete  da parte dei monopolisti privati o dei regimi asiatici. Un’alternativa, ad esempio, è un sistema misto, in cui solo i controlli di routine siano lasciati a moderatori e algoritmi privati, e l’ultima  parola non spetti più ai padroni della rete ma  a  regole chiare e a istituzioni indipendenti internazionali.

 

Mauro Barberis

Professore ordinario di Filosofia del diritto nel corso di Giurisprudenza dell’Università di Trieste. Ha pubblicato oltre trecento lavori scientifici e una ventina di libri, gli ultimi dei quali s’intitolano Non c’è sicurezza senza libertà (Mulino, 2017) e Come internet sta uccidendo la democrazia (Chiarelettere, 2020). È condirettore dei Materiali per una storia della  cultura  giuridica  e  di  Ragion  pratica, collabora a giornali e riviste, tiene blog sui siti di Micromega e del Fatto quotidiano.

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